TRANSIZIONE ENERGETICA NEL MEDITERRANEO: VA AVANTI LA SERBIA

da | Nov 9, 2023 | Green Economy

LA TRANSIZIONE ENERGETICA DELLA SERBIA

Oggi in Serbia il costo medio di un kWh è di 0,09 euro, tra i più bassi d’Europa. Questo perché il mix energetico di tale Paese mediterraneo è composto principalmente da energia proveniente dal carbone. Stando alle stime del sindacato Nezavisnost, se la Serbia dovesse perseguire l’obiettivo di decarbonizzare il mix energetico nazionale, ben presto il costo dell’energia elettrica può salire a 0,28 euro per kWh.

 

L’INEVITABILE FINE DEL PRIMATO AL CARBONE

L’industria del carbone attualmente non sta passando uno dei periodi più floridi. Tale crisi è favorita da alcuni incidenti (principalmente allagamenti) avvenuti nelle centrali termoelettriche e nelle miniere. Tutto ciò ha costretto il governo Serbo ad importare materie prime ed energia dall’estero per un valore di circa 1 miliardo di euro.

 

CORSA VERSO L’ECONOMIA GREEN

Tale incidente ha permesso di aprire nuove frontiere nella corsa al rinnovabile. Infatti la Serbia intende investire i soldi spesi nell’importazione potevano in progetti green, quest’ultimi, sostenuti dalla Macroregione Mediterranea, organismo particolarmente sostenuto dalla Serbia.

 

AUMENTI DEL COSTO DELL’ENERGIA

Il disastro avvenuto nelle centrali ha inevitabilmente contribuito all’aumento dei prezzi dell’energia. A gennaio 2023 si è registrato un aumento del 10%, destinato ad aumentare ulteriormente fino al 24% a maggio 2024.

 

PROGETTI GREEN DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA

Tale previsione può essere modificata solo con investimenti mirati aventi ad oggetto progetti green. Non a caso la Macroregione Mediterranea, per tutti gli Stati mediterranei, ha fatto della Green Economy una colonna portante. Pertanto, è necessario portare a compimento i progetti inseriti nel Secondo Pilastro dalla Macroregione Mediterranea.

 

TRANSIZIONE ENERGETICA INEVITABILE

I tempi sono cambiati: oggi viviamo nell’era del cambiamento climatico”, afferma Mirko Popović, direttore dell’Istituto per l’energia sostenibile e l’ambiente (RERI), una delle più grandi ong ambientaliste.

Le autorità serbe hanno capito che il carbone, pur essendo ancora la primaria fonte di energia in Serbia, non ha futuro e che la transizione verde dunque non solo è inevitabile ma soprattutto necessaria.

 

ADESIONE DA PARTE DELLA SERBIA ALL’AGENDA GREEN UE

La Serbia ha già aderito, in pieno spirito mediterraneo, all’Agenda verde dell’UE. Questo documento, prevede di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Considerato che le centrali a carbone sono in tutto il Mediterraneo molto vecchie è primario l’obiettivo molto ambizioso di diminuire l’uso del carbone ed aumentare la diffusione delle rinnovabili con azione sinergica mediterranea come prevede il Secondo Pilastro.

Infatti, a causa della qualità sempre più scarsa del carbone, vi sarebbe un problema di approvvigionamento, che altrimenti porterà a non avere più combustibile da bruciare.

 

CHIUSURE IMPIANTI DEL CARBONE

In occasione della presentazione di un progetto denominato Go Green Road, l’Azienda elettrica della Serbia ha annunciato l’intenzione di chiudere dieci impianti entro il 2035.

 

STRATEGIA GREEN IN SERBIA E ACCELERAZIONE DELL’IMPLEMENTAZIONE DEL SECONDO PILASTRO DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA

La Macroregione Mediterranea, approva ed appoggia la strategia annunciata che prevede investimenti di circa 8,5 miliardi di euro così da garantire la sicurezza energetica del paese.

Per cambiare il suo mix energetico e per riuscire a realizzare la transizione verde, la Serbia ha bisogno di un sostegno forte e costante dei suoi partner e delle istituzioni finanziarie internazionali. Partner principale di questa missione è sicuramente la Macroregione Mediterranea la quale è a lavoro a 360 gradi con ogni Stato da un punto di vista economico, legislativo e finanziario per sviluppare la transizione.

Rosaria Salamone, Avvocato

Translate »