Piano d’azione

Piano
d’Azione

La necessità della Macroregione Mediterranea

La necessità della Macroregione Mediterranea è
affrontare i problemi dei territori affacciati sul Mar Mediterraneo, gettare le
basi per lo sviluppo globale dell’area,  portare tutti i Paesi partner ad
un livello omogeneo di benessere, alti livelli di produttività e coesione
sociale.

La Macroregione orienta la sua Azione per soddisfare
i notevoli bisogni economici e sociali del Sud Est, arginando e tentando di
bloccare definitivamente, quanto più possibile, l’attuale processo di degrado
ambientale.

La Strategia è focalizzata principalmente
sull’integrazione delle tematiche ambientali, settore chiave dello sviluppo
economico, e assegna il giusto peso e considerazione alla dimensione socio
culturale.

E’ posta come base fondamentale all’avvio di un
processo di sviluppo sostenibile, sottolinea e mette in evidenza i bisogni e le
sfide principali in ogni regione,  identifica in quattro Pilastri gli
obiettivi basilari da trasformare nel concreto.

Interconnessione e collaborazione con i Paesi Mediterranei
Per collegare l’Europa è necessario realizzare progetti di interesse comune in
materia di reti trans europee per vari settori quali energia, trasporti e
telecomunicazioni.

Questi progetti, devono essere finalizzati allo
sviluppo della costruzione di nuove  infrastrutture o all’ammodernamento
di quelle esistenti.

In particolare, nell’ambito del settore trasporti è
necessario ultimare i collegamenti mancanti con trasporti sostenibili ed
efficienti; nel settore dell’energia, realizzare una vera integrazione del
mercato interno dell’energia e creare una rete per la distribuzione
dell’energia e del gas che favorisca il collegamento di tutti gli
Stati membri della Macroregione e ne assicuri l’approvvigionamento.

Inoltre, la spinta verso le fonti
rinnovabili contribuirà allo sviluppo sostenibile e alla tutela 
dell’ambiente attraverso l’abbattimento della CO2.

Creazione di una rete di comunicazione mediterranea
L’obiettivo da cogliere è quello di sviluppare e potenziare le capacità dell’UE
di elaborazione dei dati, utile in diversi settori di interesse pubblico ma
anche del privato, per garantire alla forza lavoro attuale e futura competenze
digitali avanzate, nel campo dell’intelligenza artificiale e della
cybersecurity.

Azioni che si realizzano anche tramite la promozione
ed il supporto delle attività di Eurochambres, l’associazione che riunisce i
sistemi camerali d’Europa, in modo da favorire questo passaggio chiave nei
paesi della Macroregione Mediterranea, in un’ottica di trasparenza, completezza
e attendibilità delle informazioni sulle imprese, associazioni, ecc. e, quindi,
di maggior efficienza dei mercati.

Un passaggio è la realizzazione del progetto BRIS
(Business Registers Interconnection Sy-stem), come da Direttiva 2017/1132/UE e
Regolamento (UE) 2015/884).

I trasporti e il turismo nel Mediterraneo
Il bisogno del trasporto di passeggeri e merci sta crescendo più velocemente
del tasso di crescita economica e demografica.

Alla luce di tali tendenze, gli attuali sistemi di
trasporto non sono più sostenibili nel lungo periodo. L’utilizzo del trasporto
marittimo, sia a lunga distanza che litoraneo, si sta espandendo causando un
maggior tasso di inquinamento e un aumento delle probabilità di incidenti.

I collegamenti fra le due sponde del Mediterraneo e
nel Bacino del Mar Nero sono generalmente poco razionali e competitivi. Il
trasporto terrestre è dominato dal traffico su gomma, che copre l’88% del
traffico passeggeri e l’82% di quello delle merci.

Visto che si tratta di un terzo del consumo totale
di energia, il trasporto nei paesi del nord è uno dei maggiori responsabili di
emissione di gas, causa di effetto serra e inquinamento. I costi di congestione
del traffico stanno costantemente crescendo.

Le tendenze in rapporto ai trasporti nei paesi del
sud destano le medesime preoccupazioni. Queste ultime
sono spesso aggravate da sistemi di investimento pubblico, da sussidi e
tassazioni che accordano preferenze alla mobilità basata sull’uso privato
degli automezzi e delle  strade, piuttosto che a forme collettive di
trasporto.

Nonostante sollevino questioni difficili, tali propensioni
potrebbero essere gestite in maniera sostenibile se fossero applicate
appropriate politiche, regionali e nazionali. 

Alcuni Paesi e un numero crescente di autorità locali hanno
adottato politiche che promuovono una gestione più sostenibile del trasporto.
Gli standard obbligatori per gli autoveicoli sono in via di
applicazione nell’Unione Europea, incoraggiando i miglioramenti
tecnologici.

Inoltre, sono stati conseguiti risultati promettenti
grazie agli esperimenti condotti con successo nella combinazione di
trasporto marittimo, ferroviario e su gomma. Il Mediterraneo è la regione
turistica mondiale per eccellenza. 

Il turismo è la maggiore industria nella regione, sia in
termini occupazionali che di introiti e si basa principalmente sul modello
del resort estivo stagionale. L’intensa competitività tra le
diverse destinazioni turistiche è compromessa dai maggiori tour operator
e dalla mancanza di capacità, a livello locale, di controllare le
tendenze non sostenibili nello sviluppo del turismo.

Ciò ha condotto ad una standardizzazione nella
fornitura di strutture turistiche, a uno sviluppo non sufficientemente
controllato e a una perdita di qualità, sia in destinazioni classiche sia
in quelle in via di sviluppo.

Tale situazione è stata incoraggiata da politiche
pubbliche che enfatizzano il numero dei turisti e lo sviluppo delle
relative infrastrutture, piuttosto che dar valore al potenziamento della
diversità mediterranea e allo sviluppo culturale e sociale.

Nonostante il turismo sia importante per l’economia di
molti paesi, i benefici sono distribuiti in maniera  diseguale e
l’impatto ambientale negativo sui trasporti, l’aumento dell’inquinamento
acustico e della produzione di rifiuti, l’occupazione di aree, il degrado
dei paesaggi, delle coste e degli ecosistemi non sono presi in
considerazione nelle statistiche economiche nazionali relative al turismo.

Circa 637 milioni di turisti (internazionali e non) sono
attesi nella regione entro il 2025; ciò significa un incremento di 270
milioni di persone rispetto al 2000. Circa la metà di questi soggiornerà
nelle regioni costiere.

Pertanto, anticipando questi flussi e programmano
interventi idonei a influenzare il turismo internazionale e nazionale,
incoraggiare uno sviluppo verso un turismo culturale, rurale e più
responsabile, si potrebbe favorire le aree interne e le città, e risolvere
parte delle questioni ambientali, come la tutela delle coste e dei siti
storici.

Le problematiche a sfondo sociale del Mediterraneo
I Paesi del nord Mediterraneo affrontano il problema dell’invecchiamento della
popolazione. Nei paesi del sud e dell’est, la crescita della popolazione è
ancora uno dei problemi maggiori, con un aumento di 90 milioni di persone
previsto entro il 2025.

Comunque, in questi paesi, è attualmente registrabile
una considerevole flessione dei tassi di fertilità nel corso degli ultimi 10
anni con una transizione demografica. Benché sia tradizionalmente una regione
di scambio e di transito, solo occasionalmente il mediterraneo allargato è
riuscito a diventare competitivo sui mercati internazionali.

 Nonostante il successo di alcuni poli e gruppi
attivi, fin troppo spesso, le imprese prevalentemente di piccola e media
dimensione mancano di dinamismo e competitività.

In genere, non si distinguono per innovazione, in
quanto a lungo basate su una rent economy, alimentata da uno sfruttamento, che
ricorda quello minerario, della posizione geografica e delle risorse naturali
della regione.

Esiste un grave problema di integrazione nel mercato
del lavoro, soprattutto tra i giovani. Il nord non è in grado di assorbire la
considerevole pressione dell’immigrazione dai paesi del sud e dell’est del
Mediterraneo, che devono affrontare la necessità di creare più di 30 milioni di
nuovi posti di lavoro entro il 2025.

A differenza delle regioni in altre parti del mondo
a cui si possono paragonare, questi paesi non sono ancora riusciti a decollare
economicamente e la media procapite del PIL riguardo la parità del potere
d’acquisto di molti di essi è ancora di 1/5 rispetto al livello dei paesi UE
del Mediterraneo allargato.

La maggior parte delle economie mediterranee sta
vivendo situazioni difficili rispetto all’occupazione, con tassi di
disoccupazione che variano tra l’8 e il 25%. La povertà è strettamente
collegata alla situazione occupazionale, così come i cambiamenti che emarginano
categorie della società, tra cui la rapida  trasformazione dei settori
rurale, agricolo e artigianale. Anche le tematiche sociali sono tra le
preoccupazioni principali, in particolare modo nei paesi del sud e dell’est del
mediterraneo allargato. 

Nonostante il progresso, essi sono rimasti indietro in termini
di alfabetizzazione e parità sessuale. La povertà, specialmente nelle
aree rurali, è ancora un problema dominante, nonostante la
povertà estrema sia notevolmente esigua.

La situazione è aggravata da un’iniqua distribuzione
della ricchezza. Le  popolazioni di molti paesi del sud e dell’est
del Mediterraneo soffrono anche di un insufficiente accesso all’acqua
potabile e a misure igieniche. Il rapporto tra i paesi in merito alle loro
singole capacità è estremamente diseguale, benché tale dato non sia per la
mancanza di indicatori univoci e aggregati, difficili da individuare e
sviluppare.

 La Strategia rende possibile misurare sia i gap che gli
elementi di diversità, numerosi e hanno bisogno di essere valorizzati
nella misura in cui dimostrano la volontà di  riaffermare la naturale
diversità in un contesto di globalizzazione e di promuovere la cultura
mediterranea, che è unica, come risorsa economica e sociale di base.

L’inquinamento atmosferico
L’inquinamento atmosferico è il più grande rischio per la salute ambientale in
Europa a causa dei diversi tipi di inquinamento e delle varie fonti che lo
producono.

E’ necessario adottare misure volte a migliorare la
qualità dell’aria, dell’acqua dolce e dei mari in Europa, valutandone gli
effetti positivi sulla salute, attualmente minata dalla produzione di sostanze
chimiche dell’inquinamento industriale e dal rumore. Ciò vuol dire ripensare
alle politiche di approvvigionamento di energia pulita, all’industria, alle
infrastrutture ai trasporti, all’agricoltura.

Per raggiungere questi obiettivi, bisogna passare ad
un uso sostenibile delle risorse per puntare al miglioramento della salute
umana attraverso un uso coerente di tutte le leve politiche degli investimenti
ed innovazione condividendoli con le parti sociali.

La Commissione presenterà un piano per la riduzione
delle emissioni di gas ad effetto serra dell’UE per il 2030, 
incoraggiando i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e delle imprese.

Una maggiore spinta alle fonti rinnovabili per
favorire la de carbonizzazione del sistema energetico è fondamentale per
raggiungere gli obiettivi climatici nel 2030 e nel 2050.

Sicurezza, criminalità e immigrazione nella
Macroregione Mediterranea

Le migrazioni di massa sono un fenomeno molto complesso che ha da sempre
caratterizzato i popoli di ogni parte del mondo. Diverse sono le cause che
spingono tanti cittadini abbandonare i propri habitat: guerre, fame, ricerca di
opportunità.

L’immigrazione in Europa è caratterizzata dalla
discrasia tra le leggi di singoli Paesi e le previsioni delle normative
comunitarie.

La Commissione ha affrontato il tema in maniera
strutturata nel 2015, sull’onda emozionale dei tragici naufragi avvenuti in
quel periodo nel Mar Mediterraneo, presentando l’agenda europea per le
migrazioni ed elaborando il documento strategico di riferimento per tutti i
successivi incontri svolti dai Capi di Stato e di Governo.

La Macroregione ha identificato nella Strategia il
terzo pilastro, con il quale costruire nei Paesi partner la sicurezza interna,
la tutela dei diritti  fondamentali.

Nello specifico: rafforzare la cooperazione con i
paesi di origine degli immigrati per disincentivare l’immigrazione irregolare;
migliorare il salvataggio in mare degli immigranti; attuare un sistema comune
di asilo nell’ottica del principio di solidarietà; trovare soluzioni eque tra i
paesi comunitari per le immigrazioni legali.

Le  politiche di sicurezza comune riguardano il
salvataggio dei migranti non solo in mare ma anche nel deserto, il contrasto al
traffico di esseri umani e il rimpatrio dei migranti nei paesi di origine
attraverso i trattati internazionali.

Tutela della salute
La tutela della salute  è una delle principali missioni dell’Unione
Europea come previsto dall’articolo 168 del trattato sul funzionamento dell’UE.

L’obiettivo è quello di migliorare la sanità
pubblica attraverso la ricerca per la prevenzione delle malattie e dei rischi
per la salute, compresi quelli legati allo stile di vita.

Non entra nelle politiche sanitarie dei singoli
Paesi, ma tende ad integrare le politiche nazionali e a sostenere la
cooperazione tra gli Stati membri nel settore della sanità pubblica.

Nell’Agenda Digitale, predisposta dalla Commissione
Europea in attuazione del piano Europa 2020, viene prevista una specifica
“azione chiave” su cui la Commissione europea intende focalizzarsi
con il coinvolgimento degli Stati membri e degli stakeholders
interessati, con l’obiettivo della salute digitale tramite la diffusione
dei servizi di Telemedicina .

Si intende promuovere nei paesi della
Macroregione Mediterranea la Telemedicina con progetti a livello
transnazionale. 

Una nuova FORMA MENTIS

Le Macroregioni derivano, direttamente dal Trattato
di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007, e rafforzano la partecipazione dei
cittadini e la cooperazione territoriale dei popoli. Attraverso l’adozione di
un modello circolare, la Macroregione è sia strumento di integrazione dei
popoli (ossia modalità di partecipazione prodotta
dell’Unione Europea verso i popoli, quindi nella direzione Europa-Cittadini),
sia strumento dei popoli per le elaborazioni strategiche (ossia modalità di
partecipazione dal basso verso l’Unione Europea, quindi nella direzione
Cittadini-Europa).

Nella Macroregione Mediterranea non è prevista la
delega ma il modello partecipativo e meritocratico e quindi non vi sono
delegati. Nelle Procedure Macroregionali nessuno (Stato, Regione, organismo
pubblico o privato) ha diritto di veto o di avere delegati ma solo di proporre
persone con i requisiti per partecipare a Procedure.

La  partecipazione macroregionale si estrinseca
con la possibilità meritocratica a ciascuno di accedere in tutti i ruoli e di
sviluppare nei massimi ruoli tramite Procedure.

Ai ruoli della Macroregione Mediterranea si accede e
nei ruoli ci si sviluppa per Procedure (non per delega, rappresentanza o
elezioni).

Il cittadino protagonista e il ritorno alla meritocrazia

La nascita della Macroregione Mediterranea è
l’esempio di come la meritocrazia stia procedendo a mettere profonde radici
nella nostra realtà. Vediamo qui coinvolti i cittadini in un nuovo rapporto con
l’Europa.

Cosa cambia rispetto a prima? Il cambiamento nasce
alla radice in quanto la Macroregione rappresenta un mezzo, atto
all’integrazione dei popoli. 

Sono le competenze e l’impegno che vengono premiate
da questo enorme colosso che abbraccia il Mediterraneo.

Si basa, infatti, sulla piena collaborazione tra
professionalità davvero adatte alla posizione rivestita, convogliate verso la tutela dei popoli e la profonda
convinzione della necessità di affrontare un cambiamento insieme.

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