MACROREGIONE MEDITERRANEA: BASTA CON L’INQUINAMENTO DEL MEDITERRANEO

da | Mar 7, 2024 | Blu Economy, News

Il Mare Mediterraneo è collegato all’Oceano Atlantico solo dallo stretto di Gibilterra e ha una conformazione semichiusa, circondata da tre continenti che agiscono come trappola per i detriti di plastica.

È un mare che subisce la pressione antropica di oltre 150 milioni di persone, le quali producono in media tra i 208 e i 760 kg all’anno di rifiuti solidi pro capite.

Il suo bacino raccoglie, inoltre, le acque di diversi fiumi provenienti da territori altamente popolati e portatori, a loro volta, di inquinanti e di plastiche, come per esempio il Nilo e il Rodano.

Ridurre la produzione e l’uso di plastica è la strada della Maroregione Mediterranea.

Il ritardo dell’approvazione della Strategia ha creato gravi danni. Ora occorrono azioni immediate e dirompenti, specie se consideriamo altri fenomeni ambientali che mostrano già i loro pesanti effetti, come i cambiamenti climatici e il surriscaldamento delle acque.

Va in questa direzione la direttiva 904 Single Use Plastic (Sup) contro l’usa e getta(1), varata dal Parlamento Europeo nel 2019 ed entrata in vigore il 3 luglio 2021.

Bandisce, infatti, in tutto il continente europeo cannucce, piatti e stoviglie, coton fioc in plastica monouso. Impone inoltre la forte riduzione di altri oggetti come le tazze per bevande e alcuni contenitori in plastica per alimenti.

Da sola, tuttavia, questa normativa non è sufficiente.

 

INQUINAMENTO DEL MEDITERRANEO: UN “MARE DI PLASTICA”

La principale causa della dispersione della plastica nel Mare Nostrum è la frammentaria e cattiva gestione del ciclo dei rifiuti su terra ferma. Si calcola che si accumulano nel Mediterraneo almeno 229 mila tonnellate di plastica ogni anno, equivalenti a più di 500 containers al giorno. Una quantità che potrebbe raddoppiare entro il 2040, se non saranno presi provvedimenti complessivi come è nella Strategia della Macroregione Mediterranea.

Letteralmente un “mare di plastica” e, come concordano anche studi scientifici (2), nel Mediterraneo rifiuti e particelle di plastica tendono più a concentrarsi sulle coste e sul fondo del mare che ad accumularsi in superficie. Anche se, pure il Mediterraneo, non è del tutto esente dal fenomeno “isole di plastica” come avviene negli oceani.

Inoltre continuano ad aumentare le cosiddette “microplastiche primarie”. Cioè la plastica che entra negli oceani sotto forma di piccole particelle.

 

GLI EFFETTI SULL’ECOSISTEMA MEDITERRANEO E SUL CITTADINO MEDITERRANEO

L’inquinamento da plastica può causare danni a lungo termine agli ecosistemi terrestri e marini e alla biodiversità di tutta l’Area Mediterranea.

Infatti gli animali marini possono rimanere impigliati o inghiottire rifiuti, reti, sacchetti praticamente indistruttibili, morendo soffocati o di fame. I rifiuti di plastica rilasciano nel Mediterraneo sostanze chimiche come gli additivi, spesso interferenti endocrini che possono essere dannosi per la salute umana. Secondo gli scienziati, l’aumentato potenziale di bioaccumulo di queste sostanze chimiche ha effetti tossicologici sull’ambiente marino e sulla salute umana attraverso la catena alimentare.

Le microplastiche sono state riscontrate in svariati cibi, pesci, molluschi. Ma anche nello zucchero, nel sale e nella birra.

Occorrono subito le azioni urgenti della Strategia varata dalla Macroregione Mediterranea, come l’attuazione estesa della politica “rifiuti zero”, l’abolizione dei prodotti e del packaging di plastica monouso, la riduzione e il riciclo della produzione di rifiuti.

 

DALLA CONVENZIONE DI BARCELLONA ALLA STRATEGIA MARINA MEDITERRANEA: I PASSI DELL’ EUROPA

Sin dal 1976 l’Unione Europea ha cercato di intervenire per frenare l’inquinamento del Mare Nostrum, a partire dalla Convenzione di Barcellona (3), adottata da 21 Paesi che si affacciano sul bacino e dall’Unione europea. La Convenzione impegna le parti ad azioni concrete per prevenire, combattere ed eliminare l’inquinamento del mare Mediterraneo e per proteggere e valorizzare l’ambiente marino dell’area.

Impegno che si è concretizzato parzialmente nel 2008 con la direttiva quadro UE (4) sulla strategia marina. Ma non basta. Occorre agire in modo ancora più tempestivo. Specie pensando ai volumi di rifiuti plastici usa e getta dispersi nell’ambiente durante la pandemia da covid-19. E per farlo bisogna migliorare la gestione, a partire dalla loro raccolta, la fase più critica della filiera.

 

IL COSTO ECONOMICO INSOSTENIBILE DEL RITARDO DELL’APPROVAZIONE DELLA STRATEGIA E DELL’ATTUALE CRESCENTE INQUINAMENTO

L’effetto pericoloso dell’inquinamento da plastica sta causando  gravissimi impatti sui settori economici del bacino del Mediterraneo, in particolare nei settori del turismo e della pesca.

La perdita stimata a causa dei rifiuti marini è di 61,7 milioni di euro ogni anno, già dovuta alla riduzione della domanda di prodotti ittici a causa della preoccupazione sulla qualità dei prodotti. Le spiagge inoltre si riempiono di rifiuti a ogni mareggiata, richiedendo continua manutenzione e, di fatto, scoraggiando il turismo. Aumentano anche i costi per la collettività: l’amministrazione di Nizza, per esempio, spende circa 2 milioni di euro ogni anno per la pulizia delle spiagge.

 

MACROREGIONE MEDITERRANEA PROTAGONISTA NELLA LOTTA ALL’INQUINAMENTO DA PLASTICA

Anche il sistema finanziario integrato della Macroregione Mediterraneo può fare molto per ridurre l’inquinamento da plastica. La Macroregione Mediterranea promuove attraverso la Blue Economy, uno dei quattro Pilastri della varata Strategia, un accordo globale per eliminare il problema della plastica e salvaguardare la vita negli oceani, sostenendo il passaggio dalla cosiddetta economia lineare – produco, uso e getto – all’economia circolare, dove ogni prodotto viene costruito per essere usato, riutilizzato e riciclato, riducendo così al minimo i rifiuti.

Ora occorre approvare la varata Strategia!

Fabio Riccio

(1)    https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2019/904/oj

(2)    https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2021.634934/full#B129

(3)    https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM%3Al28084

(4)    https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ALL/?uri=celex%3A32008L0056

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