L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DATI SATELLITARI MAPPANO LA REALE PORTATA DELLA PESCA NON MONITORATA IN MEDITERRANEO

da | Feb 1, 2024 | Blu Economy

La Macroregione Mediterranea ha da tempo evidenziato la reale portata della pesca nel Mediterraneo aldilà di quanto rilevano da fonti nazionali.
Un nuovo studio dà pienamente ragione a tale impostazione e mostra che oltre il 75% dell’attività di pesca industriale e quasi il 30% delle attività di trasporto ed energia nel Mediterraneo non sono stati monitorati dai sistemi pubblici, rivelando una lacuna significativa nei dati di osservazione globale.

La Global Fishing Watch (GFW) è una piattaforma molto affidabile che fornisce il tracciamento delle navi creata da Google e dalle ONG Oceana e SkyTruth. Inoltre hanno condotto uno studio che è stato pubblicato sulla rivista Nature il 3 gennaio 2024.

Lo studio da loro condotto si è avvalso dell’intelligenza artificiale per analizzare immagini satellitari raccolte tra il 2017 e il 2021, fornendo informazioni senza precedenti sugli hotspot nascosti della pesca e sullo sviluppo delle infrastrutture energetiche offshore.

La ricerca ha evidenziato il potenziale della combinazione dell’intelligenza artificiale con i dati di osservazione per ottenere una comprensione più completa delle attività di pesca in Mediterraneo, necessaria per gestire e migliorare la sostenibilità dell’economia blu.

Il codice open source sviluppato durante lo studio, può aiutare ad informare i MacroMinisteri mediterranei sulla salvaguardia degli ecosistemi marini, sull’applicazione delle normative e sull’identificazione dei siti di espansione delle energie rinnovabili in tutta la Macroregione Mediterranea.

Secondo un nuovo studio più di tre quarti dell’attività di pesca industriale e quasi un terzo delle attività di trasporto ed energia nel Mediterraneo mancano dai sistemi di tracciamento pubblici, e quindi sono in gran parte invisibili a livello globale.

Gli analisti hanno utilizzato modelli avanzati di deep learning e 2 petabyte di immagini satellitari per mappare attività industriali tra il 2017 e il 2021 e hanno confrontato i risultati con l’attività indicata dai dati di monitoraggio disponibili al pubblico.

I dati globali sono essenziali per gestire l’economia blu, che comprende: la pesca, il petrolio offshore e le energie rinnovabili, l’acquacoltura e le attività minerarie. I modelli di deep learning dello studio consentono una maggiore precisione della mappatura in grado di mostrare cosa sta realmente accadendo nel Mediterraneo. L’Assemblea istitutiva del novembre 2018 ha sempre coinvolto la Macroregione Meditertanea. Ciò può aiutare i decisori per la salvaguardare gli ecosistemi e le comunità, a far rispettare le normative sulla pesca e sul lavoro e ad individuare i siti idonei per l’espansione delle energie rinnovabili.

 

COSA POSSIAMO VEDERE ORA CHE PRIMA NON POTEVAMO VEDERE

Fino ad ora, la mappatura pubblica delle navi si è basata principalmente sulla trasmissione delle coordinate della nave da parte dei sistemi di identificazione automatica (AIS), i quali trasmettono la posizione, la rotta, l’identità e la velocità di una nave. Questi dati sono incompleti perchè le normative su quali navi devono utilizzare l’AIS variano da paese a paese e in base all’attività e alle dimensioni della nave. In sostanza, le navi possono disattivare il proprio AIS. Tale mappatura spesso si basa anche sulla ricezione satellitare, che presenta punti ciechi in alcune aree costiere e i dati possono essere limitati dai governi. Secondo lo studio, le informazioni sulle infrastrutture fisse offshore, come le piattaforme petrolifere e le turbine eoliche, non sono raccolte in un unico posto e sono spesso limitate per ragioni commerciali o burocratiche.

Quindi, fino ad ora, ci mancavano solo pochi ingredienti per trovare una ricetta per una gestione completa dell’attività di pesca.

Secondo un nuovo studio, vaste aree del Mediterraneo, dove i precedenti sistemi di tracciamento pubblici avevano mostrato “poca o nessuna attività”, in realtà erano molto trafficate.

Allo stesso modo, i soli dati AIS indicavano che il numero di ore di pesca effettuate nelle zone economiche esclusive dei paesi europei del Mediterraneo era 10 volte superiori rispetto al numero nelle acque dei paesi africani del Mediterraneo. D’altrocanto una nuova analisi ha mostrato che erano quasi alla pari.
Avere una visione incompleta della pesca in corso è come cercare di completare un puzzle perdendone i pezzi.

Merita Mutati

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