LIBERO ACCESSO ALL’INFORMAZIONE ONLINE NELL’AGENDA DIGITALE DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA, LIBERTÀ DI OPINIONE E LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE

da | Feb 15, 2024 | Personality Development, Personality Development

IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE È UN DIRITTO UMANO

La libertà di espressione, forza trainante di tutti gli altri diritti umani, che si traduce in comunicazione ed informazione on line, è a fondamento del Quarto Pilastro della Strategia della Macroregione Mediterranea.

Tra i più importanti strumenti del diritto internazionale convenzionale a tutela della libertà d’espressione sono da annoverare:

–       art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, adottata nel 1948 dall’assemblea generale delle nazioni unite che sancisce: “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”;

–       art.10 della Convenzione Europea dei diritti umani che stabilisce: “ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive”;

–       art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea:

“ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati”.

 

LA DISINFORMAZIONE INQUINA L’ECOSISTEMA , OVVERO L’ERA DELLA “POST-VERITÀ”

Il “rischio globale crescente” (1), aggravato dall’uso sistemico di sofisticati strumenti di Intelligenza Artificiale, viene alimentato anche dalla disinformazione online: un fenomeno che si inserisce in una prospettiva di instabilità generale (economico-sociale, climatica, tecnologica) ed è tra le principali criticità configurabili nell’ecosistema attuale.

La crescita esponenziale della disinformazione può raggiungere una soglia patologica talmente tossica da inquinare integralmente il dibattito dell’opinione pubblica su qualsiasi argomento di interesse collettivo (politica, salute, giustizia, ecc.).

La disinformazione causa ripercussioni negative sulla realtà effettuale, nonché sulle opinioni soggettivamente percepite dagli individui, determinando un clima di sfiducia sociale sempre più incerto e polarizzato tale da essere esposto al rischio di manipolazioni propagandistiche e di narrazioni a senso unico.

Un’altra conseguenza negativa della disinformazione  è la “relativizzazione” del concetto di verità che potrebbe progressivamente eclissarsi, soccombendo al prevalente flusso contaminato di informazioni nocive veicolate online.

Si materializza, così, l’era della cd. “post-verità”, ovvero una società dove le notizie completamente false, sono spacciate per autentiche, e diventano in grado di influenzare una parte dell’opinione pubblica, divenendo di fatto un argomento reale, dotato di un apparente senso logico.

Il dizionario inglese definisce “post-truth” un aggettivo «che fa riferimento o indica circostanze in cui i fatti oggettivi hanno minore influenza nella formazione dell’opinione pubblica del ricorso alle emozioni e alle credenze personali».

 Il termine, che in inglese trova un sinonimo nel praticamente intraducibile “post-factuel” descrive una situazione in cui i dati di fatto non sembrano avere molta presa nella comunicazione, né costituire un criterio di riferimento.

In questo senso, più che “dopo” ci troviamo “oltre” la verità.

L’emergere del “lemma” segnala, così, una questione da dirimere della cultura contemporanea: la verità è diventata di secondaria importanza, se non irrilevante.

 Il fenomeno presenta due caratteristiche: è globale e digitale, ossia radicato e alimentato dalle dinamiche dei new media, in particolare i social-network che rischiano di essere il terreno fertile per la diffusione del “virus” della disinformazione.

Si è dunque alle prese con gli effetti reali del mondo digitale ossia con una sorta di mutazione antropologica che la tecnologia digitale produce. Vi sono così conseguenze sullo stesso concetto del tempo e dello spazio, sulla percezione di sé, degli altri, del modo di comunicare, di informarsi.

La cosiddetta post-verità, è un segnale, forse il più evidente, di tale cambiamento, perché “terremota” le nostre convinzioni legate all’analogico, le destruttura e nel contempo ci interpella su un futuro che è anche presente.

La Macroregione Mediterranea, nel rispetto massimo di ogni libertà di opinione, è impegnata nella lotta alla disinformazione.

Domenico Campana

(1)The Global Risks Report 2024,

https://reliefweb.int/report/world/global-risks-report-2024-19th-edition-insight-report?gad_source=1&gclid=Cj0KCQiA5rGuBhCnARIsAN11vgTscnM71tDFSen3NukmKFGOlS8hLmraFkM_eI80gaujpea5XJ2oViMaApPCEALw_wcB

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