DAL MAR MEDITERRANEO: APPROVARE SUBITO LA STRATEGIA

da | Ott 16, 2024 | Blu Economy

Nell’implementation del Primo Pilastro addomesticare la natura selvaggia di pesci d’allevamento del Mediterraneo

 

PESCI D’ALLEVAMENTO NEGLI SBARCHI DELLA PESCA SELVATICA

La pesca estrattiva e l’acquacoltura marina devono condividere armonicamente spazio e specie bersaglio.

Solo l’immplementation del Primo Pilastro può favorire tale armonia. Esistono diversi esempi mediterranei di esemplari fuggitivi che entrano negli sbarchi della pesca selvatica, ma solo l’implementation del Primo Pilastro può fare sì che vi sia l’idonea influenza sinergica dell’acquacoltura sugli sbarchi su scala di ecosistema.

Con le misure del Primo Pilastro si combatte finalmente con efficacia lo sfruttamento eccessivo degli stock selvatici e il rischio di diffusione di patogeni e parassiti, incrementando, al contempo, gli sbarchi di pesca.

In assenza dell’implementation improcrastinabile del Primo Pilastro le attività di pesca estrattiva stanno subendo un calo mondiale degli sbarchi causato dall’esaurimento e dalla pesca eccessiva, che colpisce il 68% degli stock ittici.

Attualmente la pesca eccessiva, combinata con altri fattori di stress umani (ad esempio perdita di habitat, specie esotiche), sono i principali motori del declino degli stock ittici nel Mediterraneo per cui sono urgenti le misure del Primo Pilastro.

 

LA PESCA E L’ACQUACOLTURA NEL MEDITERRANEO CONDIVIDONO LE STESSE SPECIE TARGET

L’orata (Sparus aurata) e il branzino europeo (Dicentrarchus labrax) sono le specie più allevate e di grande interesse commerciale per il settore della pesca. La produzione annuale combinata dell’acquacoltura supera ora le 440.000 tonnellate, mentre le catture della pesca selvatica sono state di circa 7.500 tonnellate nel 2020. Si stima che circa 400-500 milioni di pesci di ciascuna specie siano tenuti in oltre 20.000 gabbie galleggianti in tutto il Mediterraneo e occorre una sinergia che solo l’implementation del Primo Pilastro può assicurare.

Senza tale implementazione nelle aree del Mar Mediterraneo in cui le popolazioni allevate coesistono con conspecifici selvatici, esiste il rischio di potenziali interazioni dovute a eventi di fuga. In particolare,

  1. interazioni trofiche con gruppi di pesci selvatici,
  2. influenza sulla struttura genetica delle popolazioni di conspecifici selvatici e
  3. potenziale ruolo come vettore di parassiti e malattie

sono le principali interazioni dei pesci fuggiti in natura.

Alcune di queste interazioni sono già state segnalate per il Mar Mediterraneo. Ad esempio, è noto che l’orata fuggita sfrutta le risorse naturali una volta in natura, e sia la struttura genetica dell’orata selvatica che del branzino può essere influenzata dai fuggitivi nel Mar Adriatico. Tuttavia, esiste una lacuna di conoscenza sul ruolo dei pesci fuggiti come vettori di parassiti e malattie nel Mediterraneo. Il verificarsi e l’entità di questi potenziali impatti dipendono principalmente dal numero di pesci allevati che entrano negli ecosistemi naturali.

Una volta fuggiti, i pesci d’allevamento si sommano agli stock selvatici, poiché la tracciabilità è persa, e quindi i fuggitivi diventano una risorsa sfruttabile per la pesca estrattiva. Le prove suggeriscono che gli eventi di fuga sono diffusi e contribuiscono in modo significativo agli stock selvatici. È stimato che 7,65 milioni di pesci giovani e adulti sono fuggiti in tre paesi del Mediterraneo nell’arco di tre anni. L’entità del ripopolamento accidentale derivante da eventi di fuga è abbastanza sostanziale da alterare le traiettorie degli sbarchi di pesca su scala locale. Quest’ultimo si è verificato in alcune aree in cui le catture di individui fuggiti rappresentavano tra il 20 e il 70% del totale delle catture. Tali scenari potrebbero aumentare dopo massicci eventi di fuga dovuti a eventi climatici estremi quando la biomassa fuggita è significativamente più elevata. Inoltre, la biomassa sbarcata di specie allevate è rappresentata esclusivamente da fuggitivi in aree in cui tali specie sono localmente assenti.

Solo l’incentivazione dell’equilibrio tramite l’implementation del Primo Pilastro può affrontare le crescenti minacce e cogliere le grandi opportunità.

Occorre, pertanto, così come per le altre quattro Macroregioni, l’approvazione della Strategia della Macroregione Mediteranea.

Dr. Merita Murati

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