CAVI SOTTOMARINI E RETI SATELLITARI, LA NUOVA DIMENSIONE DELLE TELECOMUNICAZIONI DELLA MACROREGIONE MEDITERRANEA

da | Feb 29, 2024 | Digitalization and communication

LA BANDA ULTRALARGA DEI CAVI E DEI SATELLITI NEL MEDITERRANEO

I cavi sottomarini per la banda larga ed ultralarga  nonché le reti satellitari costituiscono una priorità della nuova dimensione delle telecomunicazioni.

Una parte consistente del 99% del traffico Internet mondiale, in particolare verso l’Europa e l’Africa, transita nei cavi sottomarini posti sotto il mare Mediterraneo e la maggior parte è generato dalle grandi piattaforme digitali, gli over the top.

Pertanto la connettività dell’area che interessa la Macroregione Mediterranea è centrale e strategica  e risente delle instabilità che si vengono a creare nell’area con conseguenti difficoltà nella posa di nuovi cavi per far fronte all’ aumento esponenziale del traffico dei dati intercontinentali.

A sopperire alle deficienze della banda ultralarga sottomarina c’è la via satellitare: le vie terrestri non bastano più e per generare “revenues” e recuperare terreno bisogna ora  investire nella connettività via Sat che è essenziale  per raggiungere gli obiettivi del “Digital Decade Ue” al 2030(1).

 

I RISCHI SULLA CONNETTIVITÀ LEGATI ALL’INSTABILITÀ NELL’AREA DEL MAR ROSSO

Le conseguenze sull’area mediterranea arrivano anche dall’instabilità dell’area del Mar Rosso, un punto caldo globale non soltanto da un punto di vista geopolitico-economico a causa dei ripetuti attacchi dei ribelli Houthi yemeniti contro le navi commerciali, ma anche per il suo ruolo vitale nell’ambito delle reti di comunicazione.

Molti Paesi asiatici, dell’Africa orientale e del Medio Oriente si affidano proprio ai cavi sottomarini del Mar Rosso per accedere all’Europa: oltre il 90% di tutta la capacità Europa-Asia passa infatti da qui (2).

Cosa succederebbe se si verificassero danni ai cavi del Mar Rosso che non possono essere riparati immediatamente? Nella maggior parte dei casi, i dati possono continuare a fluire utilizzando sistemi e percorsi alternativi. I paesi del Golfo potrebbero accedere all’Europa tramite collegamenti di rete terrestri all’Arabia Saudita. L’India ha collegamenti verso est fino a Singapore. I Paesi dell’Africa orientale potrebbero deviare il traffico lungo la costa occidentale del continente. Ma non è possibile reindirizzare rapidamente e completamente tutto il traffico esistente lungo altri percorsi.

La speranza è che la situazione in questa parte del mondo si stabilizzi nel breve termine e che non apporti ulteriori conseguenze negative nell’area del Mediterraneo dove non mancano le instabilità: sino ad allora i rischi persisteranno per i cavi esistenti e pianificati.

 

PROTEGGERE E TUTELARE L’AMBIENTE MARINO MEDITERRANEO

Sono decine di migliaia di chilometri i cavi che si snodano attraverso il mar Mediterraneo, trasferendo energia rinnovabile dalle stazioni energetiche offshore alla terraferma e trasportando dati tra i continenti. Un’infrastruttura da cui transita circa il 95% del traffico internet mondiale, consentendo la circolazione di dati che facilitano catene di approvvigionamento sempre più complesse. Tutto ciò, se mal gestito, potrebbe comportare un impatto ambientale con fenomeni di  disturbo dell’habitat marino.

Al contrario l’utilizzo unitario di ben studiati “cavi smart” può  tutelare l’ambiente e sostenere la blue economy nonché la resilienza dei singoli sistemi di cavi e dell’intera rete di comunicazione: è un’indicazione della strategia del Quarto Pilastro della Macroregione Mediterranea.

Domenico Campana

1) https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/europes-digital-decade

2) https://submarine-cable-map-2022.telegeography.com/

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