Macroregione del Mar Mediterraneo: lo specchio dove chiunque può rivedersi

di Valentina Raiola

Il cuore del terzo pilastro della Strategia della Macroregione Mediterranea è il riconoscimento della Dignità dell’altro come prassi di azione progettuale all’interno di una visione ben definita di Sviluppo che si fa con–testo. Potremmo intravedere una prospettiva emica nella strategia della Macroregione Mediterranea che, riconoscendo i vissuti storici, esistenziali, culturali, spirituali dei popoli e degli individui fa delle radici comuni una base per rintracciare specifici bisogni e linguaggi per ridare a ciascuno una parola realmente significativa sulla costruzione del comune futuro in forma estesa e comunitaria. Non a caso Miriam Tripaldi, nel suo articolo di apertura sul tema, sottolinea brillantemente come “attraverso la cultura, quindi, si può improntare un discorso di equità fra le varie popolazioni che fanno parte della Macroregione Mediterranea”. Un concetto di cultura che non vuole livellare, ma vuole onorare l’altro nella sua differenza per poter meglio intervenire e corrispondere ad un reale progetto di cura, sviluppo e benessere partecipato e partecipativo basato su prassi civiche concrete. Ancora Miriam Tripaldi sottolinea che “quando si parla di Macroregione Mediterranea non si deve tuttavia dimenticare la particolarità delle sue identità culturali legate anche ai bisogni umani e sociali delle popolazioni che ne fanno parte.” Proprio a partire da questi bisogni umani, sociali ed esistenziali la Macroregione attua una politica di integrazione per un reale riconoscimento ed individuazione democratica dell’alterità nella sua storia e nei suoi vissuti. La promozione e l’integrazione culturale si incardinano attorno a un’idea innovativa di sviluppo e di benessere, che non prescinde dalla coesione e dall’accesso alla partecipazione civicamente attiva di tutti i soggetti che vi abitano e di quelli che vi transitano. Francesco Neri ha parlato di “innovazione sociale” basata su una ritrovata idea di prosperità, che vede gli uomini e i popoli al centro di nuove connessioni, facilitati da nuove infrastrutture, con la possibilità di attivare e accedere a servizi sulla base di una diversa visione di welfare. Un welfare della prossimità, combattendo povertà e disuguaglianze, per promuovere la crescita individuale prima ancora che collettiva. La Macroregione Mediterranea, come strumento e strategia Europea di risposta a sfide attuali che partono da lontano, guarda alla povertà soprattutto come illibertà, e il richiamo al Premio Nobel Amartya Sen è manifesto. Secondo questa visione calata nella vita reale degli individui la concezione del benessere è assolutamente avulsa dall’utilitarismo. Il benessere sociale, equitativo e meritocratico, parte dalla lotta alla povertà vista come mancanza di accesso alle informazioni, alle visioni e quindi alle possibilità. Andando oltre il reddito come unico criterio di misura della povertà si può sicuramente dire povero chi non può effettuare le proprie scelte. Pensiamo, ad esempio, come la burocrazia irretisce le persone avvilendo ogni possibilità di fare, creando una cortina di separazione tra chi può avere accesso e chi è relegato nel limbo dell’incertezza. La Macroregione vuole ridare potere a ciascun cittadino eliminando ogni ostacolo che impedisca all’individuo di effettuare le proprie scelte, rimettendo al centro la  possibilità di esprimersi anche  attraverso il lavoro. La Macreoregione Mediterranea si fa carico della rilevante, urgente e necessaria tutela del diritto al lavoro, fondamentale tassello  della dignità di ciascun individuo. Come ricordato da Ernesto Marino “la Macroregione Mediterranea sollecita i Paesi per perseguire costantemente opportunità di lavoro, come previsto negli otto obiettivi, e cerca, tramite il Comitato di Programmazione con gli Stati e le Regioni della stessa, al miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse a disposizione.” Tutela del diritto al lavoro, ma anche accordi per una previdenza sociale condivisa, accordi per condizioni di lavoro maggiormente rispettose dei tempi di vita e della salute, coinvolgimento delle imprese, contrasto alle discriminazioni sui luoghi di lavoro e tutele per i lavoratori disabili. In altre parole un’Europa della realtà inserita nel realeDignità, Integrazione, Sviluppo, Connessione tutti cardini della Macroregione impegnata a fianco  di ciascun cittadino, che non è più il destinatario passivo dello Stato, ma è protagonista di un benessere costruito in sinergia ad un mondo sostenibile, rispettoso dell’ambiente, della natura e di tutti gli esseri viventi. Gli ultimi decenni hanno visto uno sfruttamento senza pari della risorsa ambiente, un depauperamento che ha segnato una linea di non ritorno, ha accentuato disuguaglianza e amplificato povertà. Eppure la bellezza è di tutti. In ambito Macroregionale, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e le energie pulite sono strettamente legate al concetto di cultura, di integrazione, connessione, promozione per lo sviluppo di energie pulite e infrastrutture per limitare l’impatto ambientale degli spostamenti e delle produzioni. L’ambiente, la nostra casa comune, forse, proprio grazie all’Istituzione Macroregione, rivivrà il suo Rinascimento, Dario Romani  approfondendo il tema si esprime in questi termini:  “La Macroregione Mediterranea ha puntato sulle iniziative più avanzate nei settori della tecnologia e della difesa dell’ambiente, ed ha avviato progetti innovativi che possono essere esportati per una crescita comune ed una nuova consapevolezza nel rispetto del territorio e dell’ambiente.” Grazie alla forma flessibile della Macroregione e ad una Governans multilivello, di cui parla Filomena Vozza, sarà davvero possibile una cooperazione tra diversi soggetti, che in nome della multidisciplinarità e pluriprofessionalità riusciranno a concentrarsi sui territori godendo di flessibilità e massima partecipazione.” La flessibilità, sottolinea Filomena Vozza, è alla base della macroregione rappresenta un elemento principe, una forma innovativa di cooperazione molto spinta verso il rafforzamento dei processi.” La salute di un territorio, di una comunità si individua nella capacità di essere in tutti i settori allo stesso tempo dipendente, indipendente e interdipendente, la Macroregione sponsorizza questo paradigma per realizzare un’integrazione  profonda dove ogni singola questione della vita dell’uomo venga vista in relazione al tutto e il tutto il relazione al singolo. Cristina Florenzano nel suo approfondimento parla  di integrazione come processo complesso che “conduce a un incontro profondo, dal quale si produce un sistema nuovo, che è qualcosa di più e di distinto della semplice somma delle parti. Integrazione significa l’insieme dei processi sociali e culturali che rendono l’individuo membro di una società.”Alla luce di quanto finora detto La Digitalization and Telecommunication Connection non poteva non avere un ruolo principe nella strategia della Macroregione. Il vero potere di partecipazione democratica è nella comunicazione. La comunicazione può escludere, stigmatizzare ma anche farsi vettore di relazioni, cambiamento ed opportunità. Renato Riccio sottolinea l’importanza di sviluppare un sistema di comunicazione sempre più all’avanguardia e capillare per raggiungere un adeguato livello di interazione partecipata: ”Potenziando la digitalizzazione e creando una struttura di telecomunicazioni si incide sulle relazioni socio-economiche e sull’ecosistema dell’intera area mediterranea incrementando sinergicamente i rapporti con le altre Macroregioni presenti e con l’Europa.” Non è banale ricordare che i rapporti, le relazioni, gli scambi non possono trovare il giusto slancio senza l’attivazione di processi di integrazione interculturali. In epoca pluralistica il principio portante è quello di definire la possibilità della coesistenza tra soggetti portatori di interessi diversi e spesso opposti. L’integrazione, l’intercultura diventano vuoti concetti senza la volontà di attuazione da parte di tutte le realtà coinvolte. Si tratta di avviare una dialettica della reciproca responsabilità in nome della Dignità. Certo esiste un compito delle istituzioni di facilitare questa dialettica rendendo chiare e accessibili informazioni, possibilità e obblighi nelle lingue di origine e favorendo ogni valorizzazione e tutela della diversità. Dario Romano approfondisce questo aspetta ponendo in rilievo che la valorizzazione della diversità culturale e linguistica risenta di un’assenza progettuale da parte delle istituzioni, tuttavia tale carenza può trovare la giusta risoluzione nella Macroregione che fa della diversità culturale punto di forza per il progresso comune. La Macroregione Mediterranea ricorda molto l’opera di Michelangelo Pistoletto “Love Difference”. Il mare Mediterraneo che è uno specchio dove chiunque può rivedersi. E l’immagine di ciascuno ricorda che non esiste, economia, sviluppo, tecnologia o altro  senza il volto mobile dell’uomo, come direbbe Octavio Paz, da contrapporre alle gelate storiche (Il Labirinto della Solitudine).