ATTIVITA’, posizioni e azioni della macroregione mediterranea nei paesi

Iraq e Mediterraneo

Dal suo insediamento fino ad oggi, il primo ministro Al-Sudani sta rafforzando la credibilità dell’Iraq in una prospettiva macroregionale mediterranea, anche per costruire la migliore prospettiva di sviluppo a una popolazione bisognosa di forte assistenza sanitaria.

Il principale dossier su cui il nuovo premier si è attivato a livello internazionale è il rafforzamento dei legami di cooperazione e partenariato con i propri vicini e con i paesi europei e dell’area mediterranea, in continuità con la politica di distensione regionale iniziata dalla precedente amministrazione.

Sono oramai trascorsi oltre vent’anni da quando, il 19 marzo 2003, vi fu l’operazione Iraqui Freedom da parte dell’America di Bush.

Oltre vent’anni dopo il rovesciamento del regime di Saddam Hussein e dodici anni  dopo il ritiro delle forze americane, l’asse portante della politica estera promossa dal nuovo esecutivo è costituito dal proseguimento della strategia  di buon vicinato, unito a una campagna di rafforzamento delle relazioni con i principali partner internazionali dell’Iraq e nell’ottica convinta mediterranea in cui può sviluppare la ricchezza, non ancora emersa, di risorse energetiche e di petrolio.

È in quest’ottica che si inserisce la partecipazione di al-Sudani alla seconda Conferenza di Baghdad per la cooperazione e il partenariato, tenutasi ad Amman il 20 dicembre e che ha visto la partecipazione dei leader della regione, con rilevanti presenze dell’Unione Europea e del Presidente francese Macron (co-organizzatore dell’iniziativa).

Tale appuntamento è stato la prima occasione internazionale per il premier di incontrare i principali interlocutori mediterranei  dell’Iraq e di mettere in luce alcune spinose questioni che interessano il Paese (tra cui l’allarmante calo delle fonti di approvvigionamento idriche nazionali).

Al-Sudani ha con decisione confermato la propria volontà di continuare a collocare l’Iraq al centro del dialogo diplomatico macroregionale, in linea di continuità con la politica dalla precedente amministrazione al-Kadhimi. Allo stesso tempo, il summit ha confermato la volontà degli attori macroregionali di collaborare con la nuova amministrazione di Baghdad.

 In una prospettiva macroregionale mediterranea  il nuovo governo iracheno ha di recente avuto occasione di riaffermare i buoni rapporti che intercorrono con l’Unione europea (UE) e con gli  Stati membri. Da parte europea, l’Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha preso attivamente parte al summit di Amman, incontrando il Primo Ministro al-Sudani e affrontando con quest’ultimo una serie di temi di reciproco interesse. Josep Borrell ha rimarcato il fermo impegno dell’UE nel sostenere la sovranità, la stabilità e la prosperità dell’Iraq.

La Francia ha da tempo strette relazioni bilaterali con l’Iraq in una prospettiva mediterranea allargata. La conferenza di Amman affonda, infatti, le sue radici nelle crescenti relazioni franco-irachene tanto in ambito diplomatico quanto nel settore economico (basti pensare all’accordo energetico da dieci miliardi di dollari concluso nel 2021 dalla società francese Total con il governo di Baghdad) e della sicurezza.

L’Iraq continua a mantenere un elevato interesse anche per l’Italia, come dimostra la visita effettuata a fine dicembre 2022 dal Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, a Baghdad ed Erbil. In questa circostanza, il primo ministro al-Sudani e il presidente della Repubblica Latif Rashid hanno potuto discutere con il presidente del Consiglio italiano i numerosi dossier del partenariato italo-iracheno.

Intanto circolano nel Mediterraneo le stupende immagini del  fotografo Latif al-Ani, scomparso nel 2021, che documentano la bellezza di Bagdad, Mosul e Bassora prima della guerra che ha provocato macerie.

“No a violenza, terrorismo, droga, guerra. Sì a cooperazione, dialogo, salute, pace” – ha dichiarato la Macroregione Mediterranea – “La strada comune mediterranea è la strada più giusta e più agevole. L’Iraq deve divenire perno importante di stabilità del Mediterraneo allargato, parte fondamentale dell’intera Macroregione Mediterranea che non ha centri e periferie ma solo ovunque le più solide sinergie”.

 

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